La costruzione della manosfera

18 Aprile 2025

Articolo pubblicato su Domani
Nadia Urbinati, 14 Apr 2025

Titolo originale Violenza sulle donne, la destra contribuisce a un’ideologia maschilista

Dettaglio di un dipinto di Amabilità, progetto di Libere Sinergie diffuso sulle serrande di Milano

La destra globale di stampo trumpiano è parte di una mentalità che osteggia, insieme al diritto alla diversità nelle scelte sessuali e all’aborto, le eguali opportunità delle donne nel mercato del lavoro.

La violenza sulle donne è il picco criminale di una mentalità sempre meno minoritaria. L’impulso ideologico è parte della nuova destra globale. Per studiarla sarebbe opportuno mettere tra parentesi l’analogia col vecchio fascismo, anche se i disvalori sono gli stessi. Il fatto è che questi disvalori sono precedenti alla nascita del fascismo.

Fanno parte del pensiero reazionario mobilitato da intellettuali e politici contro il lascito della Rivoluzione francese, e soprattutto l’idea di uguaglianza nei diritti, come relazione normativa tra diversi al fine di trattare ciascuno e tutti con uguale dignità.

La sola uguaglianza accettata dalla destra antica e moderna è relativa a caratteri intrinseci. È l’uguaglianza degli uguali. A questa idea si ispira anche la mentalità della nuova destra e di un trend sempre più popolare che va sotto il nome di manosphere, manosfera.

La parola, ci dice Wikipedia, è comparsa su Blogspot nel 2009 come un gioco di parole che rimanda alla biosfera. Indica i siti web, blog e forum online che promuovono «la mascolinità, la misoginia e l’opposizione al femminismo».

Le motivazioni si avvalgono di due argomenti reiterati che Caitlin Dewey ha così sintetizzato: 1) la corruzione della società moderna ha tra le sue cause il femminismo, in violazione delle differenze sessuali intrinseche e del sovvertimento dei ruoli sociali; e 2) l’idea che solo gli uomini possono salvare la società dalla decadenza, indotta dalla cultura dei diritti, esprimendo al meglio le implicazioni, lavorative e riproduttive, della loro potenza sessuale.

Per sconfiggere le donne che occupano i ruoli “naturalmente” maschili occorre affermare l’iper-maschio e costringere le donne a sottomettersi. Visitare questi siti produce angoscia.

La manosfera è una componente dell’ideologia che sta intorno al progetto trumpiano, rappresentata dai “secchioni” che per genio e duro lavoro sono diventati stramiliardari e fanno barriera contro le donne. Gli oligarchi sono solo maschi.

Come quelli che sedevano alla destra di Donald Trump il giorno dell’inaugurazione della sua presidenza, accompagnati da mogli e fidanzate. Altrettanto maschilista, e questa volta nelle forme note alla destra tradizionale, è quella parte di Maga che sogna il ritorno a un’America dei valori originari (famiglia e lavoro) e che sta alimentando una campagna d’opinione per convincere le donne a darsi solo alla maternità e servire la nazione ripopolando di bianchi un paese troppo multietnico. 

Questa destra globale è parte di una mentalità che osteggia, insieme al diritto alla diversità nelle scelte sessuali e all’aborto, le eguali opportunità delle donne nel mercato del lavoro (una delle ragioni per cui Elon Musk attacca l’Unione europea).

È anche parte di un dibattito, dai toni spesso melliflui, sulla mascolinità tradita, che ha tutta l’aria di aizzare gli uomini contro le donne. E ha un risvolto psicologico perché, dicono gli studiosi, l’insistenza a voler definire esattamente l’identità del maschio, e poi del “brav’uomo” e di una “sana mascolinità” rivela un’alterità opposizionale di riferimento che rischia di associare l’orgoglio maschio al disprezzo delle donne.

Nel nome dei diritti dei “dimenticati” si mostra insofferenza verso un pubblico che parla degli uomini solo quando li critica, li condanna, li accusa. I diritti umani hanno dunque attivisti tra chi sostiene i “diritti per gli uomini” e una miriade di gruppi di lamento per un’identità vilipesa, ignorata e disprezzata. 

Le vittime costruiscono il loro linguaggio, i loro riti, le loro associazioni: quella dei “celibi involontari”, quella degli “uomini che vanno per la loro strada”, quella per “i diritti dei padri” e poi la miriade di siti di conversazione globale dove si discute di misoginia con grande tranquillità e ci si trastulla con scene di violenza sulle donne.

La reiterazione è un’arma per la formazione della mentalità. Il rapporto State of American Men del 2023 parla di due terzi di giovani di età compresa tra i 18 e i 23 anni che riconoscono di avere un’incapacità di “relazioni affettive” con le ragazze.

L’autismo emotivo e sentimentale è abilmente usato e alimentato dai social che, scrive Jonathan Haidt in The Anxious Generation, sono terreno fertile per promuovere una mascolinità tossica.

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