Riscoprire la vocazione umanitaria

10 Luglio 2018

Nadia Urbinati Consiglio di Presidenza Libertà e Giustizia

Ci vuole un’ opposizione intelligente e articolata; inflessibile sui temi democratici e costituzionali, durissima sulle retoriche aggressive e regressive e sulle disumanità. Flessibile, creativa e sfidante sulle questioni sociali”. In questo passaggio chiave della lettera di Pier Luigi Bersani, pubblicata su Repubblica il 4 luglio, ci sono i punti di riferimento dai quali partire per riunire i frammenti dell’ opposizione nel Paese ( coinvolgendo i protagonisti della vita sociale e civile, non solo i partiti) e in Parlamento.

Da un’ opposizione ” radicale” quando necessario e ” flessibile” quando utile può rinascere un movimento politico capace di aspirare a essere più che opposizione.

Questo lavoro richiede di essere portato avanti nella piena libertà di discussione, tolleranza e ascolto. I frantumi dell’ opposizione hanno il dovere di tornare a dialogare; devono abbandonare il manicheismo e raffinare la capacità di giudicare proposte e azioni del governo a partire dai principi fondamentali di riferimento – Costituzione, diritti civili, vocazione umanitaria della democrazia.

L’ egemonia del governo riposa su una forte attenzione alla discriminazione tra gli ” italiani” e tutti gli altri: i migranti, gli Stati- membri confinanti e l’ Unione europea. Un’ opposizione a questa visione nazionalistica deve insistere sulla natura internazionale dei problemi connessi all’ immigrazione, che richiedono soluzioni che nessuno Stato da solo può approntare. Il semplicismo dei proclami nazionalistici – ” prima gli italiani” – fa breccia nella mente di molti, anche a sinistra, proprio per la sua vuotezza propagandistica. Contestare questo proclama articolando le ragioni della sua debolezza è fare opera di opposizione.

Le democrazie sono nate e si sono stabilizzate quando gli Stati hanno saputo creare forme di cooperazione.
Non possono esistere isole democratiche.
Le democrazie stanno dentro ordini internazionali, fatti di convenzioni e regole, grazie ai quali ogni Stato può cooperare con gli altri. Le frontiere sono parte della cornice internazionale: non ci possono essere insieme nazionalismo e cooperazione; il nazionalismo è un problema per la democrazia. Un’ Austria che grida ” prima gli austriaci”, una Francia che spedisce gendarmi a Bardonecchia non possono essere alleate dell’ Italia nazionalista. L’ opposizione ha quindi un argomento forte, basato su prudenza e principi.
La prudenza dice che l’ interesse degli italiani si può fare solo rispettando i diritti degli altri, diritti al soccorso e aiuto primario, cooperazione con gli Stati europei per condividere la responsabilità.

Nonostante l’egemonia dell’ audience, questa politica di rottura delle relazioni europee, di disumana indifferenza, non farà l’ interesse degli italiani.
Nell’ interesse degli italiani è un’ Europa con una politica internazionale unitaria.
In molti invocano un Piano Marshall per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e per l’ Africa.

Non si dimentichi che l’ immigrazione ha anche cause economiche, esito di un capitalismo globale che ha contribuito a creare larghe aree di disumano sfruttamento e appropriazione delle risorse. Considerare i migranti come nemici è un inganno che fa le fortune dei leader del momento, ma farà la sfortuna dell’ Europa e dell’ Italia. L’ opposizione ha un’ onorata tradizione internazionalista e di solidarietà dei popoli. Su questa base potrà incalzare in maniera unitaria, ragionata ed efficace la miopia nazionalistica del governo.

 

La Repubblica, 6 luglio 2018

Politologa. Titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York. Come ricercatrice si occupa del pensiero democratico e liberale contemporaneo e delle teorie della sovranità e della rappresentanza politica. Collabora con i quotidiani L’Unità, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e con Il Sole 24 Ore; dal 2019 collabora con il Corriere della Sera e con il settimanale Left.

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